venerdì 8 giugno 2012

Sapere di non sapere

La docta ignorantia

Mantieni sempre un atteggiamento di umile ascolto 
e di attenta osservazione,
perché sono molte di più le cose che non sai
rispetto a quelle che pensi di sapere.


Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine: [...]
"Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!

Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?

Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde».

Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all'aurora,

perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
E` sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.

Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?

Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell'ombra funerea?
Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!

Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
 
Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?

Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c'è nessuno,
per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?"

GIOBBE 38,1ss 



"Il Signore conosce i pensieri e le intenzioni del nostro cuore. 

Senza dubbio egli li conosce tutti, mentre noi solo quelli che ci è concesso 
di percepire per il dono del discernimento.

Il nostro spirito infatti non conosce tutto ciò che si trova nell'uomo, 
e riguardo ai suoi pensieri che, consapevole o meno, percepisce, 
non sempre intende come le cose stiano in realtà. 

Anche quelle cose che scopre con gli occhi della mente, non le distingue nitidamente 
a causa di una certa caligine che ha sempre davanti agli occhi.

Spesso, infatti, o il nostro stesso giudizio o quello di altri o anche il tentatore 
ci presentano come buono e santo 
ciò che all'occhio di Dio non è per nulla degno di premio. 

Vi sono contraffazioni di vere virtù, come anche di vizi, 
che ingannano e abbagliano gli occhi della mente con immagini ingannevoli, 
talmente che spesso appare bene il male e il male bene.

Questo fa parte della nostra miseria e della nostra ignoranza, 
che dobbiamo molto deplorare e molto temere.

Sta scritto infatti: Vi sono strade che sembrano buone all'uomo, 
ma che invece conducono all'abisso (cfr. Pro 16, 25)".

BALDWIN,  VESCOVO DI CANTERBURY, "Trattati"




"Ma la verità è diversa, o cittadini: unicamente sapiente è il dio; 
e questo egli volle significare nel suo oracolo, 
che poco vale o nulla la sapienza dell’uomo;

e, dicendo Socrate sapiente, non volle, io credo, riferirsi propriamente a me Socrate, ma solo usare del mio nome 
come di un esempio; quasi avesse voluto dire cosí: 

O uomini, quegli tra voi è sapientissimo il quale, come Socrate, abbia riconosciuto che in verità la sua sapienza non ha nessun valore”.   

               SOCRATE, in Platone "Apologia"

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