Nell'ottobre del 1991, il Reader's Digest ha pubblicato
la storia di una straordinaria insegnante di matematica
di una scuola media.
Un venerdì pomeriggio, l'insegnante chiese ai suoi allievi
di elencare il nome di tutti i compagni di classe,
lasciando uno spazio tra un nome e l'altro.
L'insegnante chiese poi agli allievi di pensare alle qualità migliori
di ogni compagno di classe e di scriverle
nello spazio che avevano lasciato.
Al termine dell'ora, raccolse i fogli e durante il fine settimana
scrisse il nome di ogni studente su un foglio
e sotto ogni nome tutto quello che i compagni
avevano scritto di lui.
Il lunedì diede ad ogni allievo l'elenco che lo riguardava.
Quando gli allievi cominciarono a leggere il loro foglio,
iniziarono a bisbigliare tra loro: "Credevo che a nessuno
importasse di me", o: "Non sapevo di essere tanto apprezzato".
Non si parlò mai di quei fogli in classe, ma l'insegnante
sapeva che quell'esercizio era stato proficuo,
perché aveva dato agli allievi la possibilità di sentirsi bene
per ciò che erano.
Molti anni dopo, uno di quegli studenti, Mark Eklund,
fu ucciso in Vietnam.
Quando il corpo fu riportato in Minnesota,
molti suoi compagni di classe e l'insegnante di matematica
parteciparono al funerale.
Dopo la funzione, il padre del giovane disse all'insegnante:
"Voglio mostrarle una cosa", e prese dal portafoglio due fogli logori,
che erano stati piegati più volte.
"Lo aveva Mark, quando l'hanno ucciso.
Pensiamo che lei lo riconosca".
Era l'elenco delle frasi positive che i compagni di classe di Mark
avevano scritto su di lui.
"Grazie per aver avuto quell'idea. Come può vedere,
per nostro figlio era un tesoro", disse la madre di Mark all'insegnante.
Uno a uno, gli antichi compagni di classe di Mark
cominciarono a confidare che tutti conservavano ancora quel foglio
e lo rileggevano spesso.
Alcuni lo tenevano nel portafoglio, uno l'aveva addirittura
inserito nel suo album di nozze.
Nel comunicare amore (o odio...), le parole sono potenti.
Le parole di affetto e di tenerezza, le parole di lode e di incoraggiamento,
le parole che offrono una guida positiva dicono: "Mi stai a cuore".
Queste parole alimentano il senso di autostima e di sicurezza interiore
dell'altro (e particolarmente del bambino).
Anche se queste parole vengono pronunciate raramente,
non le si dimentica in fretta.
GARY CHAPMAN e ROSS CAMPBELL
I cinque linguaggi dell'amore ai bambini, Elledici 2005
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