lunedì 27 maggio 2013

Annuncio del Kerigma San Paolo 2008

Annunzio del kerygma 

di Kiko Arguello


Basilica di S. Paolo – 24 novembre 2008




La prima cosa che vorrei dirvi è che il Signore ci salva adesso!
Ci dà la salvezza, adesso!
Non c’è cosa più grande che annunziare il Vangelo, che annunziare la parola della salvezza: il kerygma. Per questo ho dovuto lasciare l’arte, non ho potuto sposarmi.
Guai a me se non annunziassi il Vangelo, la salvezza! Perché? Perché Dio ha voluto salvare il mondo attraverso la stoltezza della predicazione, del kerygma.

Perché l’annunzio del kerygma ci dà la salvezza? Come è possibile una cosa simile? Che cosa è il kerygma? E’ una buona notizia, una sorprendente notizia. Quando gli apostoli, che sono ebrei, stanno celebrando la Pentecoste, la festa che commemora il fatto che hanno ricevuto la Torah sul monte Sinai, all’improvviso scende dal cielo lo Spirito Santo e si posa su di loro, come fiamme di fuoco, scende dentro di loro.

Dice S. Paolo che lo Spirito Santo rende testimonianza al nostro spirito (cf Rm 8,16). Lo Spirito Santo scendendo su di loro dà loro una testimonianza, dice una cosa sorprendente, che un ebreo non avrebbe mai potuto pensare, perché è per loro come una bestemmia: che costui, che essi hanno ucciso, che è stato crocifisso su una croce, costui è il Signore, l’Adonai, è Dio. Un ebreo può pensare che Cristo sia il Messia, senza dubbio, ma che sia Dio, che questo crocefisso sia Dio…!
Ma questa è la notizia! Dio si è fatto uomo in Cristo!




E perché si è fatto uomo? Si è fatto uomo per morire per i nostri peccati. Ha offerto la sua morte per la nostra morte. Dice S. Paolo nell’Epistola ai Corinzi: “Caritas Christi urget nos! L’amore di Cristo ci spinge, ci urge". Perché? Dice che l’amore ci urge perché se Cristo è morto per tutti, ecco, tutti gli uomini sono morti. E perché sono morti? Continua S. Paolo: “Perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per Colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Cor 5,15).

Alla luce di questo testo, per S. Paolo, gli uomini sono come condannati a vivere per se stessi, a vivere tutto per se stessi. Dice un teologo ortodosso, Olivier Clement, che il peccato originale dentro di noi, nella nostra carne, ci obbliga ad offrire tutto a noi stessi. E’ sorprendente questo “vivere per noi stessi”. Ma tutti viviamo per noi stessi! Che significa? Tutti cercano di essere felici. …Studiano, vanno all’università, si sposano, lavorano per se stessi, cercando di essere felici.

Allora, com’è possibile che il vivere per sé sia una maledizione così grande che Cristo abbia dovuto morire per annullarla? La risposta la vediamo nei fatti di tutti i giorni: perché tante persone si suicidano anche se hanno tutto? Perché tanti giovani sono sempre più insoddisfatti anche se possono fare tutto? Io parlo con alcune pennellate rapide per preparare il kerygma per voi. Ho sentito che in Giappone quest’anno si sono suicidate 50.000 persone, e non dicono la quantità di giovani che si suicidano in tutta Europa. Ecco, noi sappiamo perché si suicidano. Una causa si trova qui, in ciò che dice S. Paolo.





Sono rimasto sorpreso una volta che ho sentito di un uomo a Palma di Maiorca che si era sposato tre volte, aveva uno yacht, un figlio a New York, un’altra figlia a Londra e l’ultimo figlio di 13 anni in casa con lui e con la sua ultima moglie. Quest’uomo, apparentemente di successo, si è buttato dal decimo piano. Perché? Aveva cenato con gli amici, vicino alla spiaggia, la notte prima. Perché si è ucciso? Noi lo sappiamo. L’ha lasciato scritto lui: da molti anni si era reso conto che non amava più nessuno e questo non lo sopportava più! Non sopportava più una vita in cui era condannato a cercare se stesso in tutto. A vivere per se stesso, tutto per sé, senza amore.

E perché l’uomo non sopporta di vivere tutto per sé? Perché siamo stati creati ad immagine di Dio. Perché c’è in noi l’eco dell’amore, perché Dio è amore. Dice S. Paolo: io conosco il bene e lo vorrei fare, ma non c’è in me la capacità di attuarlo, “infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me” (cf Rom 7,18-20). Noi vorremmo avere una vita piena di amore, ma l’uomo sperimenta presto che non può amare. Non sa amare. E’ come condannato a vivere tutto per se stesso, in tutto cerca se stesso.

E perché non può e non sa amare? Lo dice la Lettera agli Ebrei: “…Come i figli hanno in comune il sangue e la carne, così anch’egli, Cristo, ne è divenuto partecipe, per annientare mediante la morte il signore della morte, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita” (cf Eb 2,14-15).
Qui c’è un’antropologia biblica impressionante, che è il contenuto di quello che noi predichiamo: comprendere perché ho paura della morte. La risposta è: perché in me abita il peccato.

E che cos’è il peccato? Se volete, nel fondo, è un’esperienza che ho fatto.
Quando il serpente, il demonio, dice a Eva che guarda l’albero della scienza del bene e del male: “Com’è che non potete mangiare del frutto di nessun albero del paradiso”? Eva risponde: “Sì, possiamo mangiare di tutti. Solamente di uno non possiamo”. Ma già il demonio le ha insinuato nel subconscio l’idea che se ha una proibizione è come se tutto le fosse proibito. Ha già preparato il terreno. Dopo le dice: “No! Tu non morrai. Ma Dio sa molto bene che il giorno che tu ne mangi (cioè ne faccia esperienza) sarai come Dio, conoscendo il bene e il male” (cf Gn 3). Deciderai da te stessa. Non dipenderai da nessun altro. No! Tu stessa deciderai ciò che è bene e ciò che è male. Allora Eva, vedendo che l’albero era gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza, ne mangiò e ne diede da mangiare ad Adamo. Fece un gesto. Che successe loro dopo aver mangiato? Si resero conto che erano nudi. L’uomo sperimenta la morte ontologica – si può dire così –, la morte ontica, visto che siamo in un’epoca esistenziale.




Chi mi sta dando l’essere? Chi mi dà il mio essere persona? Colui che mi ha creato. Dio mi ha dato l’essere. Ha detto: “Tu esisti per me”. E se il demonio mi dimostra con la legge che questo Dio non esiste, che questo Dio è un mostro? La prova che è geloso è proprio il fatto che mi limita con la legge. San Paolo dice che il demonio prendendo occasione della legge ci ha sedotto e ci ha ucciso.
Se io, con la mia intelligenza, credo che il demonio ha ragione e pecco affermando che Dio non c’è, perdo ontologicamente me stesso. Taglio le radici del mio essere persona.

Ma, allora, se io non sono, voglio essere, essere negli altri. Devo essere per qualcuno. Come? Facendo soldi. Se non hai denaro nessuno ti cerca. Se non sei bello nessuno ti vuole. Se non sei intelligente... Il peccato che abita in noi ci obbliga ad offrire a noi stessi tutte le cose.
Il peccato è proprio questo. Situare l’io dell’uomo al centro del mio cosmo. Il peccato distrugge l’immagine di Dio, che è Cristo, nell’uomo e situa l’io dell’uomo come “axis”, come centro di una nuova cosmogonia.

Ma questo uomo ha un problema: non può donarsi, non può amare l’altro oltre se stesso, oltre la morte. Se amare l’altro è fare del mio “io” un “tu”, io questo non lo posso fare con le sole mie forze, perché significa morire a me stesso, al mio io.
Questo fatto è fonte di insoddisfazione e di grandi sofferenze. Perché quest’uomo conosce il bene, ma non può farlo. Sa che come persona si realizza nell’altro, amandolo; ma se amare è fare come Dio in Cristo sulla croce, non lo può realizzare.

“Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte?”, si domanda San Paolo. E risponde: “Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo” (Rm 7,24-25). Lui ha distrutto il peccato nella carne, morendo per noi, e offre all’uomo, nella sua resurrezione e ascensione al Cielo per intercedere per noi, la possibilità, mediante l’annunzio di questa notizia, di avere una vita nuova nello Spirito Santo che egli ci invia dal Cielo.

Cristo è morto per liberare l’umanità, per dare all’uomo la possibilità di vivere nella verità. E qual è la verità? Ecco la verità (indica il crocefisso). Ecco la verità. Questo è molto importante. Ascoltatemi.

Questo uomo crocefisso è Dio. Questa notizia che lo Spirito Santo ha reso certa nel cuore degli apostoli, che ha fatto loro aprire le porte del Cenacolo e partire ad annunziare il kerygma, è una notizia così importante che ogni battezzato è chiamato ad annunciare il vangelo ad ogni uomo.
Perché è importante? Perché questo amore, questa forma di amore che quest’uomo ha mostrato sulla croce, è Dio. E Dio lo ha resuscitato dalla morte e l’ha costituito Signore, Kyrios. In Lui ha mostrato che questo amore è la verità. Soltanto in questo amore gli uomini sono perfettamente, pienamente felici, sono nella verità.




Io domando a questo professore (Rinaldo Fabris) che sta scrivendo: lei ama così? Amiamo così noi? Questa vale anche per il Signor Cardinale, per Andrea Riccardi, per me... Amiamo noi? Amiamo così? “Amatevi come io vi ho amato”, dice Gesù. Cristo ci ha amato così, in questo amore.

E noi lo annunciamo a questi giovani che vorrebbero amare così, ma non sanno amare così. Non sanno quello che gli succede: vanno a letto con una ragazza, poi dopo con un’altra e un’altra, ecc. Ma non sanno perché dentro sono insoddisfatti. Non sanno quello che gli succede. Perché non sono felici? Non sono felici perché non sono nella verità. Dio è la verità. Dio è questo amore. Questo amore Dio lo vuole offrire a tutti gli uomini, perché questo amore è Lui stesso e ce lo offre nello Spirito Santo. Cristo è morto per tutti, perché gli uomini non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro (cf 2 Cor 5,18).

Allora, fratelli, io vi annuncio il kerygma: Cristo è morto per tutti noi che siamo qua. Ha dato la sua vita sulla croce perché noi potessimo ricevere dal cielo lo Spirito Santo, quello stesso Spirito, che ci farà amare così. E’ un dono gratuito, un frutto della sua morte per i nostri peccati.

Perché egli possa entrare dentro di noi adesso c’è bisogno che noi accettiamo quello che diceva Karl Barth, che accettiamo di lasciarci giudicare dalla croce di Cristo, adesso. Perché adesso è vero che noi non amiamo così.
Questo amore è descritto nel Sermone della Montagna quando dice: Non opponete resistenza al male (cf Mt 5,39). 




Ma il male è una parola astratta.
Gli Ebrei concretizzano questo tipo di male: primo male, che ti offendano nell’onore, l’onore della tua famiglia. Gli zingari difendono l’onore della famiglia col sangue, l’onore è ciò che vale di più. Ma dice Gesù Cristo nel Sermone della Montagna: Se qualcuno vi offende nell’onore, voi offrite l’altra guancia (cf Mt 5,39). Perché sappiamo che nell’ebraismo percuotere la guancia destra è una forma di offesa, di disprezzo. Per questo se qualcuno ti offende nell’onore, ti disprezza, tu offri la guancia sinistra.

Un’altra forma in cui ti possono fare del male: se qualcuno ti fa causa per toglierti la casa non reclamarla, lascia la casa e regalagli il campo (cf Mt 5,40). Un’altra forma di farti del male: se qualcuno ti ruba quello che è tuo non reclamarlo (cf Lc 6,30). Un’altra forma di farti del male: se qualcuno ti fa un sopruso sociale, se qualcuno ti obbliga ad andare carico per un miglio (la Legge proibiva che uno schiavo fosse obbligato a portare un carico di 80 kg per più di un miglio), tu va’ carico per due miglia (cf Mt 5,41).

Cristo nel Sermone della Montagna sta descrivendo l’uomo nuovo, l’uomo celeste. Sta descrivendo come Cristo ha amato noi. E’ lui che non ha opposto resistenza al male, è lui che ha dato l’altra guancia, è lui che si è lasciato rubare da noi, ecc.
Questa è l’opera in noi dello Spirito Santo che discende dal cielo. E quando discende dal cielo? Bene. Fondamentalmente la fede aumenta in noi per l’ascolto. La fede viene per l’udito! Se ascoltiamo! La fede viene dall’ascolto (cf Rm 10,17) e che cosa dobbiamo ascoltare? La buona notizia, il kerygma.
E che cosa dice il kerygma? Ciò che ti sto dicendo. Che Cristo è morto per i tuoi peccati, perché possa scendere su di te lo Spirito Santo. Ma quando…? Adesso, adesso!.

Guardate che S. Paolo nell’epistola ai Corinzi dice: "Ora è il momento della salvezza" (cf 2 Cor 6,2). Ora, ora. Il Sermone della Montagna dice: "Guai a quelli che ora ridono" (cf Lc 6,25). Ora. Questa parola, “ora”, è un riassunto della predicazione apostolica della Chiesa, è parola di Dio: quando viene annunciata si realizza. Ora è il momento della salvezza. Fratelli, ora, adesso per voi, in questa basilica, per tutti noi si realizza la salvezza. Ma quale salvezza? Ascoltatemi, ancora tre minuti.




Guarda che facile! Dice l’epistola agli Ebrei che Cristo è "l’impronta della sostanza divina" (cf Eb 1,3). Nessuno ha visto Dio. Cristo è la sua impronta. Vedete questo vessillo di bronzo? (indica il crocifisso) Come il vessillo del serpente di bronzo nel deserto. Questo è un’impronta, come un sigillo che si imprime nella cera, lascia un’immagine, un’impronta. Questa è l’impronta della sostanza. Sostanza è una parola filosofica. Che vuol dire? Dio nessuno l’ha mai visto. Cristo lo ha mostrato per te, adesso.

Che cosa ci ha mostrato? Che Dio è questo amore (mostra la croce), cioè crocifisso. Anche se sei un peccatore adesso, se hai fornicato ieri sera, se ti sei arrabbiato, anche se sei una persona che non perdona, se sei una persona rancorosa, Dio non ha bisogno per amarti che tu sia buono, che tu cambi vita… Dio ti ama così come sei. Dio ti ha amato quando eri un peccatore, un disgraziato, una canaglia. Dio ti ama, adesso, ti ama adesso in una forma infinita, fino a dare la propria vita per te.
Cristo ha dato la vita per te! Ascoltami!

Ecco la grande notizia: la morte è stata vinta. Cristo è risorto! E’ morto per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione. E’ risorto, è salito al cielo e siede alla destra del Padre.
E adesso dove sta Cristo? Nel cielo. E che cosa sta facendo Cristo? Sta presentando al Padre le sue piaghe gloriose per i tuoi peccati, per i tuoi e per i miei. Adesso sta officiando come Sommo Sacerdote. E perché sta presentando al Padre le piaghe? Perché la sostanza divina è amore a te. Dio vorrebbe stare in te, adesso. Essere uno con te, dentro di te, adesso. Perché questo amore è la sostanza divina.

Dice l’Apocalisse: “Guarda, io sto alla porta e busso” (Ap 3,20). Busso adesso. Se uno mi apre, Io ed il Padre entreremo in lui. Dio vuole essere “uno” in te. Dice S. Paolo che quando uno va con una prostituta si fa una sola carne con lei: “E prenderei io le membra di Cristo per farmi una sola carne con una prostituta?” Ma questo lo dice in riferimento ad un’altra cosa: "Colui che si unisce a Cristo si fa un solo spirito con Lui" (cf 1 Cor 6,15-17). Ecco il mistero di Dio: vorrebbe essere uno dentro di noi, oggi.

E diciamo la verità: Egli non è perfettamente uno in noi. Siamo tutti deboli, siamo tutti peccatori. Per questo abbiamo bisogno di ascoltare il kerigma che ci sproni, che ci esorti, che ci chiami alla fede, a credere in Lui, perché il nostro Battesimo rifiorisca, perché il nostro Battesimo sia innaffiato.
Allora, fratelli, “in nome di Cristo: riconciliatevi con Dio” (cf 2 Cor 5,20).
Convertitevi e credete alla Buona Notizia. Convertirsi significa credere che quello che sto dicendo è vero. Che Dio ti ama adesso, che sta desiderando essere uno in te profondamente. Profondissimamente uno, uno.

Perché, guardate, da questo dipende la salvezza dell’Europa che sta andando all’apostasia. Cristo ha detto: “Padre come Tu sei in me ed io sono in te uno, così essi siano uno perché il mondo creda” (cf Gv 17,23). Solamente se siamo perfettamente uno il mondo crederà in Lui. Sono tre persone e un unico Dio. Uno. La comunione profonda in Dio, l’unità in Lui. Ecco il mistero della Santa Trinità.








Fratelli è una cosa immensa. Guai a me se non annunciassi il Vangelo, guai a te se non annunzi il Vangelo. Tutti dovremmo annunciare ad ogni persona che Dio la ama, che Egli ha mandato il suo Figlio. E mentre gli stai dicendo questo, Cristo, che è morto per i suoi peccati, sta presentando per quell’uomo le sue piaghe al Padre.
Se quell’uomo crede – e già il fatto che tu gli parli è segno che Dio gli vuole dare la fede – egli riceve immediatamente la visita dello Spirito Santo che gli rende testimonianza dentro che quanto gli annunci è vero, che Dio lo ama. E in lui si può dare la fede, quella fede senza la quale non si può avere accesso al Battesimo.

Ecco, fratelli, termino dicendovi che vorrei fare un canto con voi. C’è una cosa che mi emoziona in S. Paolo, quando dice: “Non so quello che desidero di più: se morire per andare con Cristo, che è di gran lunga il meglio, o vivere” (cf Fil 1,21ss).
Cristo è risorto, il cielo è stato aperto, la morte è stata vinta. Dice S. Paolo: non so se desidero di più andare con lui o continuare a vivere perché ancora avete bisogno di me. Ho fatto un canto con queste parole. Potete mettervi in piedi e, come una preghiera a Dio, cantare “Portami in cielo” .


mercoledì 15 maggio 2013

Solo per oggi


SOLO PER OGGI

Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza volere risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.

Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.





Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.

Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima.

Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione.

Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l’esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.

Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere all’Amore.

Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita!?!


   papa Giovanni XXIII


giovedì 21 marzo 2013

La gioia traspare dagli occhi


Madre Teresa 
è un tesoro inesauribile di sapienza.

IL SEGRETO DELLA FELICITA' 3



LA FELICITA' SECONDO LA BIBBIA (3)
 
Ti sei mai chiesto qual è il segreto della felicità?
Quand'è che un uomo può dirsi davvero felice?
E che cos'è poi questa benedetta felicità? Perché la cerchiamo tanto?...
 
Vediamo come risponde la Bibbia...




Proverbi 3

13Beato l'uomo che ha trovato la sapienza,
l'uomo che ottiene il discernimento:

14è una rendita che vale più dell'argento
e un provento superiore a quello dell'oro.
15La sapienza è più preziosa di ogni perla
e quanto puoi desiderare non l'eguaglia.
16Lunghi giorni sono nella sua destra
e nella sua sinistra ricchezza e onore;
17le sue vie sono vie deliziose
e tutti i suoi sentieri conducono al benessere.
18È un albero di vita per chi l'afferra,
e chi ad essa si stringe è beato.


Proverbi 8

1La sapienza forse non chiama
e l'intelligenza non fa udire la sua voce? [...]
32Ora, figli, ascoltatemi:
beati quelli che seguono le mie vie!
33Ascoltate l'esortazione e siate saggi,
non trascuratela!
34Beato l'uomo che mi ascolta,
vegliando ogni giorno alle mie porte,
per custodire gli stipiti della mia soglia.

35Infatti, chi trova me trova la vita
e ottiene il favore del Signore;
36ma chi pecca contro di me fa male a se stesso;
quanti mi odiano amano la morte.


Proverbi 14

21Chi disprezza il prossimo pecca,
beato chi ha pietà degli umili.


Siracide 14

1 Beato l'uomo che non ha peccato con la sua bocca
e non è tormentato dal rimorso dei peccati.
2Beato chi non ha nulla da rimproverarsi
e chi non ha perduto la sua speranza.
20Beato l'uomo che si dedica alla sapienza
e riflette con la sua intelligenza,

21che medita nel cuore le sue vie
e con la mente ne penetra i segreti.

22La insegue come un cacciatore,
si apposta sui suoi sentieri.
23Egli spia alle sue finestre
e sta ad ascoltare alla sua porta.
24Sosta vicino alla sua casa
e fissa il picchetto nelle sue pareti,
25alza la propria tenda presso di lei
e si ripara in un rifugio di benessere,
26mette i propri figli sotto la sua protezione
e sotto i suoi rami soggiorna;
27da lei è protetto contro il caldo,
e nella sua gloria egli abita.



Siracide 25

7Nove situazioni ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
8felice chi vive con una moglie assennata,
chi non ara con il bue e l'asino insieme,
chi non ha peccato con la sua lingua,
chi non ha servito a uno indegno di lui;
9felice chi ha trovato la prudenza,
chi parla a gente che l'ascolta;
10quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore!

11Il timore del Signore vale più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà essere paragonato?
12Il timore del Signore è inizio di amore per lui,
la fede è inizio di adesione a lui.


Siracide 26

Felice il marito di una brava moglie,
il numero dei suoi giorni sarà raddoppiato.


Siracide 30

14Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
15Salute e vigore valgono più di tutto l'oro,
un corpo robusto più di un'immensa fortuna.
16Non c'è ricchezza superiore alla salute del corpo
e non c'è felicità più grande della gioia del cuore.
21Non darti in balìa della tristezza
e non tormentarti con i tuoi pensieri.
22La gioia del cuore è la vita dell'uomo,
l'allegria dell'uomo è lunga vita.
23Distraiti e consola il tuo cuore,
tieni lontana la profonda tristezza,
perché la tristezza ha rovinato molti
e in essa non c'è alcun vantaggio.


Siracide 31

5Chi ama l'oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro ne sarà fuorviato.
6Molti sono andati in rovina a causa dell'oro,
e la loro rovina era davanti a loro.
7È una trappola per quanti ne sono infatuati,
e ogni insensato vi resta preso.
8Beato il ricco che si trova senza macchia
e che non corre dietro all'oro.

9Chi è costui? Lo proclameremo beato,
perché ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.


Siracide 48

1 Allora sorse Elia profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola. [...]
9Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
su un carro di cavalli di fuoco;
10tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
per placare l'ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
11Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell'amore
,
perché è certo che anche noi vivremo.

sabato 23 febbraio 2013

La pace comincia con un sorriso



SMILE


Sorridi, anche se il tuo cuore soffre 
sorridi, anche se si sta spezzando 
quando ci sono nuvole nel cielo 
ci passerai sopra 
se sorridi attraverso la tua paura e il tuo dolore 
sorridi e forse domani 
scoprirai che la vita vale ancora 
la pena di essere vissuta 
se tu solo 
illumini il tuo viso di gioia
e nascondi ogni traccia di tristezza
anche se una lacrima può sempre essere così vicina
è quello il momento in cui devi continuare a provare 
Sorridi, a che serve piangere? 
scoprirai che la vita vale ancora 
la pena di essere vissuta 
se tu solo sorridi...

(Charlie Chaplin)




Quando la sofferenza entra nella nostra vita,
dobbiamo accettarla con un sorriso.
Questo è il dono più grande di Dio:
avere il coraggio di accettare 
tutto quello che ci manda e ci chiede
con un sorriso.

La pace comincia con un sorriso.

Non sarò mai capace di comprendere
tutto il bene che può fare un semplice sorriso.

Quello che sorprende gli altri
non è tanto quello che facciamo,
ma il vedere che ci sentiamo felici di farlo
e sorridiamo facendolo.

Madre Teresa



Non esiste miglior tonico rivitalizzante del sorriso.
Non c’è ornamento migliore di un sorriso sincero.
Non c’è bellezza più grande del sorriso di pace e saggezza 
che risplende sul tuo volto.

(Paramhamsa Yogananda)




Beautiful That Way (La Vita E Bella)

Sorridi, senza una ragione 
Ama, come se fossi un bambino 
Sorridi, non importa cosa dicono 
Non ascoltare una parola di quello che dicono 
perché la vita è bella così. 

Lacrime, un'ondata di lacrime 
Luce, che lentamente scompare 
Aspetta, prima di chiudere le tende 
C'è ancora un altro gioco da giocare 
e la vita è bella così. 

Qui con i suoi occhi eterni 
sarò sempre vicina quanto te 
ricorda da prima 
ora che sei là fuori con te stesso 
ricorda cos'è vero 
e quel che sognamo è solo amore. 

Conserva la risata nei tuoi occhi 
presto verrà premiato il tuo aspettare 
non dimenticheremo i nostri dolori 
e penseremo ad un giorno più allegro 
perché la vita è bella così. 

Non dimenticheremo i nostri dolori 
e penseremo ad un giorno più allegro 
perché la vita è bella così. 
C'è ancora un altro gioco da giocare 
e la vita è bella così.

(Roberto Benigni - Nicola Piovani)




martedì 5 febbraio 2013

L'unico Maestro

Chiediamoci ogni mattino, se possibile:

che cosa posso fare di bello e di buono
insieme al mio Dio?

caro Gesù, come mi vedi oggi?
cosa ti aspetti da me,
cosa posso darti 
come frutto del tuo immenso amore per me?

mio Signore,
manda il tuo Santo Spirito
perché mi illumini e mi guidi
e completi in me l'opera tua!  


Questo è un bellissimo canto
che potrebbe ispirarci:

http://www.youtube.com/watch?v=rXjrrFEIzz4




L'unico maestro



Le mie mani, con le tue possono fare meraviglie,
possono stringere, perdonare e costruire cattedrali.
Possono dare da mangiare e far fiorire una preghiera.
Perché tu, solo tu, solo Tu sei il mio Maestro e insegnami
ad amare come hai fatto Tu con me se lo vuoi
io lo grido a tutto il mondo che Tu sei,
l'unico Maestro sei per me.

I miei piedi, con i tuoi, possono fare strade nuove
possono correre, riposare, sentirsi a casa in questo mondo.
Possono mettere radici e passo passo camminare.
Perché tu, solo tu, ... 

Questi occhi, con i tuoi, potran vedere meraviglie,
potranno piangere, luccicare, guardare oltre ogni frontiera.
Potranno amare più di ieri, se sanno insieme a te sognare.
Perché tu, solo tu, ...

Tu sei il corpo, noi le membra, noi siamo un'unica preghiera,
Tu sei il Maestro, noi i testimoni, della parola del Vangelo.
Possiamo vivere felici, in questa chiesa che rinasce.

martedì 11 dicembre 2012

Il meglio deve ancora venire: la speranza







Tratto da facebook/la libertà dell'anima



"Alla vostra generazione 
dicono che 
non c'è più futuro, né speranza. 
Se voi comincerete a pensare 
che non ci sia più futuro 
e non ci sia più speranza, 
allora non ci saranno più davvero. 
Io, invece, vi dico un'altra cosa: 
il meglio deve ancora venire"

LIGABUE, Campovolo


“Non mi scoraggio, perchè ogni tantetivo sbagliato scartato è un altro passo avanti.”
Thomas Edison

“Mai nessuna notte è tanto lunga da non permettere al sole di sorgere.”
Paulo Coelho

“Anche il peggiore degli uomini ha le ali nascoste da qualche parte,
bisogna aiutarlo ad aprirle invece di condannarlo.”
Marc Levy

“Quanto più in fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.”
Kahlil Gibran

“Non avere paura delle ombre,
significano solamente che c’è della luce che splende lì vicino.”
R. Renkel

“È meglio accendere una candela piuttosto che maledire l’oscurità.”
Madre Teresa di Calcutta

“Il guerriero della luce crede.
Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere.”
Paulo Coelho

 “Non possiamo sapere cosa ci potrà accadere nello strano intreccio della vita. Noi però possiamo decidere cosa deve accadere dentro di noi, come possiamo affrontare le cose, e quale decisione prendere, e in fin dei conti è ciò che veramente conta.”
J.F. Newton

“Mai nulla di grande è stato realizzato se non da chi ha osato credere che dentro di sé, ci fosse qualcosa di molto più grande delle circostanze.”
Bruce Barton

"La speranza trasforma il pessimismo in ottimismo.
La speranza è invincibile.
La speranza tutto cambia.
Cambia l’inverno in estate,
il buio in alba, la discesa in salita,
la sterilità in creatività,
l’agonia in gioia.
La speranza è il sole.
E’ la luce.
E’ la passione.
E’ la forza fondamentale per la fioritura della vita".
D. Ikeda 


"La speranza è un filo invisibile che lega i sogni alla loro capacità di realizzarsi".
Stephen Littleword

"La speranza è un sogno ad occhi aperti".
Aristotele

"La speranza e il coraggio di pochi lasciano tracce indelebili".
Giambattista Vico

"Sperare vuol dire rischiare la delusione.
Ma il rischio va affrontato perché il massimo rischio nella vita
è di non rischiare mai. Soltanto chi rischia è libero.
Anonimo

"Le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua".
Antoine de Saint Exupéry 


"Dio è la speranza del forte, e non la scusa del vile".
Plutarco

"La pazienza è l'arte di sperare".
Luc de Clapiers de Vauvenargues 
 
"Chi ha avuto la fortuna di incontrare l'amore,
faccia di tutto per mantenerlo vivo, perché l'amore non invecchi.
E chi non l'ha incontrato, apra il cuore alla speranza,
poiché la vita è sempre una speranza d'amore".
Nicola Abbagnano 

"Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte".
Konrad Adenauer

"Ho provato. Ho fallito. Non importa. Riproverò. Fallirò meglio".
Samuel Beckett 

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo"
Gandhi

"I sogni non sempre si realizzano, è vero.
Ma non perché siano troppo grandi o impossibili.
Perché si smette di crederci.
Dobbiamo accettare la delusione che è limitata,
ma non dobbiamo mai perdere l'infinita speranza".
Martin Luther King 

"La speranza è una virtù, una determinazione eroica dell'anima.
La più alta forma della speranza è la disperazione vinta".
G. Bernanos 

Non importa quanto freddo sia l'inverno, dopo c'è sempre la primavera.
E. Vedder


"Per chi detesta le difficoltà, le noie e le scelte difficili della vita,
dico questo: le terre fertili, nasconoda incendi e piogge".
Alberto Jess

"Quello che si spera si deve credere che possa essere ottenuto;
è quanto aggiunge la speranza al puro desiderio".
Tommaso d'Aquino

"Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati,
mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti,
per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe,
non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi,
che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede,
in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell'ultimo tempo.
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po' di tempo,
afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova,
molto più preziosa dell'oro - destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco
- torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà".
San Pietro (1Pt 1,3-7)

"Perciò Dio, volendo mostrare più chiaramente agli eredi della promessa
l'irrevocabilità della sua decisione, intervenne con un giuramento,
affinché, grazie a due atti irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca,
noi, che abbiamo cercato rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento
ad afferrarci saldamente alla speranza che ci è proposta.
In essa infatti abbiamo come un'àncora sicura e salda per la nostra vita.
Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza,
perché è degno di fede colui che ha promesso".
Lettera agli Ebrei (6,17-19; 10,23)

"Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell'ignoranza
a proposito di quelli che sono morti,
perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza.
Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio,
per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo
e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo.
E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo
e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi,
per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore.
Confortatevi dunque a vicenda con queste parole".
San Paolo (1Ts 4,13-18)

"Noi invece, che apparteniamo al giorno, siamo sobri,
vestiti con la corazza della fede e della carità,
e avendo come elmo la speranza della salvezza".
San Paolo (1Ts 5,8)

"Avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù 
e dell'amore che avete verso tutti i santi, 
continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere,
affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, 
vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; 
illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza 
vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi 
e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, 
che crediamo, secondo l'efficacia della sua forza e del suo vigore.
Egli la manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato
non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro".

San Paolo (Ef 1,15-21)

"Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, 
e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: 
non soltanto per quella che deriva dalla Legge, 
ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi 
- come sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli - 
davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti 
e chiama all'esistenza le cose che non esistono.

Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, 

e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto:  
Così sarà la tua discendenza. Egli non vacillò nella fede, 
pur vedendo già come morto il proprio corpo - aveva circa cento anni - 
e morto il seno di Sara. 
Di fronte alla promessa di Dio non esitò per incredulità, 
ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, 
pienamente convinto che quanto egli aveva promesso 
era anche capace di portarlo a compimento. 

Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato

ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: 
a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, 
il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe 
ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione".
San Paolo (Romani 4,16-25)

"Giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio 
per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.
Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, 
l'accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, 
saldi nella speranza della gloria di Dio. 
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, 
sapendo che la tribolazione produce pazienza, 
la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. 
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio 
è stato riversato nei nostri cuori 
per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato".
San Paolo (Romani 5,1-5)

"E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura,
ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio.
E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo,
se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.


Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente
non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi.
L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa
verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata
sottoposta alla caducità - non per sua volontà, ma per volontà di colui
che l'ha sottoposta - nella speranza che anche la stessa creazione
sarà liberata dalla schiavitù della corruzione
per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.

Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre
le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi,
che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente
aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Nella speranza infatti siamo stati salvati.
Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza;
infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo?
Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza".
San Paolo (Romani 8,15-25)

"Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio;
allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto,
ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità.
Ma la più grande di tutte è la carità!"
San Paolo (1Cor 13,12-13)

"Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno;
lo vide e fu pieno di gioia"
Gesù di Nazareth (Gv 8,56)