La docta ignorantia
Mantieni sempre un atteggiamento di umile ascolto
e di attenta osservazione,
perché sono molte di più le cose che non sai
rispetto a quelle che pensi di sapere.
Il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine: [...]
"Dov'eri tu quand'io ponevo le fondamenta della terra?
Dillo, se hai tanta intelligenza!
Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai,
o chi ha teso su di essa la misura?
Dove sono fissate le sue basi
o chi ha posto la sua pietra angolare,
mentre gioivano in coro le stelle del mattino
e plaudivano tutti i figli di Dio?
Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando erompeva uscendo dal seno materno,
quando lo circondavo di nubi per veste
e per fasce di caligine folta?
Poi gli ho fissato un limite
e gli ho messo chiavistello e porte
e ho detto: «Fin qui giungerai e non oltre
e qui s'infrangerà l'orgoglio delle tue onde».
Da quando vivi, hai mai comandato al mattino
e assegnato il posto all'aurora,
perché essa afferri i lembi della terra
e ne scuota i malvagi?
Si trasforma come creta da sigillo
e si colora come un vestito.
E` sottratta ai malvagi la loro luce
ed è spezzato il braccio che si alza a colpire.
Sei mai giunto alle sorgenti del mare
e nel fondo dell'abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state indicate le porte della morte
e hai visto le porte dell'ombra funerea?
Hai tu considerato le distese della terra?
Dillo, se sai tutto questo!
Per quale via si va dove abita la luce
e dove hanno dimora le tenebre
perché tu le conduca al loro dominio
o almeno tu sappia avviarle verso la loro casa?
Certo, tu lo sai, perché allora eri nato
e il numero dei tuoi giorni è assai grande!
Sei mai giunto ai serbatoi della neve,
hai mai visto i serbatoi della grandine,
che io riserbo per il tempo della sciagura,
per il giorno della guerra e della battaglia?
Per quali vie si espande la luce,
si diffonde il vento d'oriente sulla terra?
Chi ha scavato canali agli acquazzoni
e una strada alla nube tonante,
per far piovere sopra una terra senza uomini,
su un deserto dove non c'è nessuno,
per dissetare regioni desolate e squallide
e far germogliare erbe nella steppa?"
GIOBBE 38,1ss
"Il Signore
conosce i pensieri e le intenzioni del nostro cuore.
Senza dubbio egli
li conosce tutti, mentre noi solo quelli che ci è concesso
di percepire
per il dono del discernimento.
Il nostro spirito infatti non conosce tutto ciò che si trova
nell'uomo,
e riguardo ai suoi pensieri che, consapevole o meno,
percepisce,
non
sempre intende come le cose stiano in realtà.
Anche quelle cose che scopre con gli occhi della mente, non le
distingue nitidamente
a causa di una certa caligine che ha sempre
davanti agli occhi.
Spesso, infatti, o il nostro stesso giudizio o quello di altri o
anche il tentatore
ci presentano come buono e santo
ciò che
all'occhio di Dio non è per nulla degno di premio.
Vi sono contraffazioni di vere virtù, come anche di vizi,
che ingannano
e abbagliano gli occhi della mente con immagini ingannevoli,
talmente
che spesso appare
bene il male e il male bene.
Questo fa parte della nostra miseria e della nostra ignoranza,
che dobbiamo molto deplorare e molto
temere.
Sta scritto infatti: Vi sono strade che sembrano buone all'uomo,
ma che invece conducono
all'abisso (cfr. Pro 16, 25)".
BALDWIN, VESCOVO DI CANTERBURY, "Trattati"
"Ma la verità è diversa, o
cittadini: unicamente sapiente è il dio;
e questo egli volle significare nel
suo oracolo,
che poco vale o nulla la sapienza dell’uomo;
e, dicendo Socrate
sapiente, non volle, io credo, riferirsi propriamente a me Socrate, ma solo
usare del mio nome
come di un esempio; quasi avesse voluto dire
cosí:
“O uomini, quegli tra voi è sapientissimo il quale, come Socrate, abbia
riconosciuto che in verità la sua sapienza non ha nessun valore”.
SOCRATE, in Platone "Apologia"